Favole di libertà. Sei fiabe dei fratelli Grimm tradotte da Gramsci

Favole di libertà. Sei fiabe dei fratelli Grimm tradotte da Gramsci

Nella sua cella di Turi, in Puglia, Antonio Gramsci – tra i fondatori del Partito Comunista d’Italia – sceglie un gesto semplice e rivoluzionario al tempo stesso: tradurre ventiquattro fiabe dei fratelli Jacob e Wilhelm Grimm. In realtà sono ventitré, perché una rimase incompleta. A guidarlo non fu soltanto l’esercizio intellettuale, ma il desiderio profondo di inviare quelle storie ai suoi nipoti in Sardegna, per non recidere il filo che lo legava alla famiglia e al futuro. Quelle fiabe, rilette e riscritte con l’occhio di un uomo che non rinunciava a pensare anche nella prigionia, diventano un dono carico di significati: una pedagogia della libertà che parla di coraggio, trasformazione e giustizia attraverso il linguaggio universale dell’immaginazione. Sei di quelle storie – Giovannin Senzapaura, Mignolino, Gianni e la felicità, I dodici fratelli, Millepelli e Nevina – sono raccolte in questo volume, accompagnate dalle illustrazioni di Maria Gabriella Gasparri, che ne esaltano la forza poetica e visionaria. "Favole di libertà" è più di una raccolta di fiabe: è la testimonianza di come anche nelle condizioni più dure si possa continuare a credere nella dignità, nell’uguaglianza e nella possibilità di trasmettere speranza alle nuove generazioni.
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