Andrea Mantegna scultore e la Sant'Eufemia di Montepeloso

Andrea Mantegna scultore e la Sant'Eufemia di Montepeloso

Il volume giunge a qualche anno di distanza dalla mostra di Mantova del 2006 che per la prima volta ha affrontato in maniera diretta la problematica di Mantegna scultore e dove è stata esposta per la prima volta, con l'attribuzione al grande artista, la statua in pietra di Nanto policromata raffigurante Sant'Eufemia proveniente dalla cattedrale di Montepeloso (oggi lrsina), in Basilicata, resa nota dalla Gelao sin dal 1996 e giunta nel piccolo centro lucano intorno al 1454 da Padova, per volontà del presbitero Roberto de Mabilia, rettore della chiesa padovana di San Daniele, e autore di una consistente donazione alla cattedrale del suo paese d'origine. Statua di stupefacente qualità che, quasi ignorata al momento della sua pubblicazione, ha visto in seguito consolidarsi due schieramenti critici, l'uno favorevole a considerarla, sulla scorta degli elementi portati dalla Gelao, l'unica testimonianza certa dell'attività di Mantegna scultore, l'altro propenso ad attribuirla a Pietro Lombardo, anche se, in quest'ultimo caso, la cronologia viene fatta oscillare tra il 1454 e il 1470, se non oltre. A raccontare la vicenda dell'arrivo della statua a Montepeloso, e di tutte le altre opere componenti la donazione è, nel 1592, un poemetto agiografico di Pasquale Verrone, arcidiacono della cattedrale di Montepeloso nonché intellettuale ben inserito nell'ambiente romano...
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