Leonardo da Vinci e Gian Giacomo Caprotti detto Salaì. L'enigma di un dipinto

Leonardo da Vinci e Gian Giacomo Caprotti detto Salaì. L'enigma di un dipinto

Con l'appellativo "Salaj", Leonardo da Vinci era solito chiamare, come documentano i suoi scritti a partire dal 1494, il fanciullo che aveva accolto nella sua casa quattro anni prima, quando aveva solo dieci anni, e che visse al suo fianco per quasi un quarto di secolo: come garzone in un primo tempo, come aiutante e modello in seguito, oltre a divenire, secondo quanto le fonti ci hanno tramandato, suo allievo e compagno nella vita. Di lui, in realtà, si conosce ben poco, tranne questa opera che oggi per la prima volta viene presentata al grande pubblico. L'unica nella quale si trova indicato con precisione il suo nome. Un documento quindi che potrebbe gettare un po' di luce su di un personaggio ancora avvolto dall'aura di mistero e aggiungere un tassello importante nella storia dell'arte. L'autore del volume, Maurizio Zecchini, presenta un racconto storico emozionante e avvincente ma anche, coadiuvato da una squadra di tecnici, i risultati e le numerose analisi fatte durante il restauro dell'opera.
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