Il miracolo del ridere

Il miracolo del ridere

“Far ridere non è mai stato facile quanto oggi; tuttavia, i rischi sono così considerevoli che non possiamo più ridere alla maniera disinvolta di un tempo. È lecito pensare che la nostra epoca aggiunga una nuova dimensione al celebre motto molieriano: È un’impresa tutt’altro che banale quella di far ridere la gente per bene.” La spontaneità del riso, la relazione tra chi ride e l’oggetto del suo ridere, la paura, quando si ride, di diventare ridicoli, il contagio della risata: la riflessione di Girard rivela la natura del riso per quel che è, un enigma e un miracolo. Per decifrare l’enigma, questo testo, che si apre descrivendo come il solletico sorprende il soggetto nei punti vulnerabili della sua anatomia, rompe con lo spirito “serioso” della filosofia. La gaia scienza di Girard, tematizzando l’innocenza del ridere, si fa beffe di una filosofia troppo sicura di sé. Così il sorriso autentico esclude che il riso sia un fattore di scissione; tende, al contrario, a creare legami, esprime forse un invito a ridere insieme.
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