Filastroccheeee

Filastroccheeee

"Silvana Palazzo ha qui a che fare con la post-pop-poesia, con quella «cosa» che è diventata la poiesis dopo la fine del Moderno e il tramonto dell'età della lirica. È accaduto che nelle attuali condizioni delle pop-democrazie di ispirazione liberal è venuta a cadere la formapoesia del genere lirico, e la poiesis si è trovata alle prese con la massa informe delle scritture poetiche dell'età del liberalismo, caratterizzata da una mancanza di «forme» e da una carenza di «interrogazione». Silvana Palazzo non ha prodotto una poesia «nuova», non ha restaurato la forma-poesia pur nell'aspetto esteriore del verso regolare e dei distici ben confezionati, non ha scritto poesia dell'io, non ha fatto poesia confessionale, ha confezionato delle «filastrocche», apparentemente ingenue e giullaresche, in realtà molto serie e impegnative; ha preso atto della realtà e ha fatto i conti con quel problema che è diventato sempre più ingombrante." (Giorgio Linguaglossa)
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