Negli spazi vuoti della metropoli

Negli spazi vuoti della metropoli

Oggi è ancora l"ultimo uomo" a 'saltare' per il mondo ed è la sua empietà ad attraversare la metropoli dove sempre più sbiadiscono gli ultimi Valori della città del moderno. Metropoli dell'ipermercato, agglomerato d'individui, di ultimi uomini, liberi da ogni vincolo etico e politico. Nel tempo del 'tramonto della politica' l'ordine del mercato si mette al posto di comando e detta le regole delle nuove relazioni sociali mentre la politica e la società sono espulse violentemente dal conflitto che, contro l'interesse generale, organizza individui, gruppi, fazioni. La verità è che non ci può essere individuo nella dialettica tra idee perché la sintesi è sempre in mano alla legge e alla comunità. Non le idee, dunque, ma la percezione del proprio corpo è il paradigma di lettura della realtà. L'individuo non può che nascere dalla opposizione: è il risultato di percorsi conflittuali e distruttivi. "Tradimento, disordine, carattere distruttivo, vuoto" sono allora le tonalità emotive, la disposizioni a un agire conflittuale con cui l'ultimo uomo attraversa il territorio metropolitano. Diserzione dai 'luoghi' della partecipazione e della rappresentanza, distribuzione di ogni legame sociale precostruito, disordine nelle regole del gioco fin qui imposte, il conflitto metropolitano ha origine negli spazi vuoti creati dalla defezione e dalla fuga.
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