Mi ricordo

Mi ricordo

"Seduto alla scrivania, in un caffè, in un aeroporto o in treno, cerco di ritrovare un avvenimento che non ha importanza, che sia banale, desueto, ma che, nel momento in cui lo ritrovo, scatenerà qualcosa". Georges Perec descrive così il suo progetto di autobiografia: la memoria, sollecitata da un evento qualunque, pesca negli anfratti del suo serbatoio piccoli episodi, frammenti di vita caduti nell'oblio, e l'autore li trascrive, senza commento o altra forma di interpretazione. Riaffiorano alla mente il titolo di una canzone, una trovata pubblicitaria, un nome in passato assidua presenza nelle cronache; piccole cose un tempo frequentate ma poi superate, cose inessenziali, banali ma di forte potere evocativo, capaci di ricreare atmosfere perdute. Il risultato è un lungo elenco di frammenti, 480 microricordi per la precisione, a formare un tessuto connettivo nel quale si può riconoscere un'intera generazione, curiosa di sapere quali tracce il tempo condiviso ha lasciato nella memoria altrui. Il ritmo incantatorio illumina angoli bui e apre nuovi percorsi della memoria del lettore, che Perec invita a compilare la propria lista di microricordi. Tutti possiamo ripetere l'esperienza di questo lavoro. E allora via con i "mi ricordo": mi ricordo Brigitte Bardot, mi ricordo il Monopoli, mi ricordo l'idrolitina...
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