Galileo Galilei, genio policromo. Fisico, astronomo, filosofo, scrittore, ingegnere, matematico, filologo, musicista e pittore
Per John Milton era «il visionario artista toscano», per Italo Calvino «il più grande scrittore in prosa della letteratura italiana», per il suo amico Vincenzo Viviani era «il musicista dal tocco soave delle corde del liuto», per il grande Erwin Panofsky era «il radicale innovatore della critica delle arti». Per quasi tutti è il geniale creatore della scienza moderna. Quando si parla di Galileo Galilei (1564-1642) la parola «genio» compare spesso. Galilei non pose solo le basi della scienza così come oggi la intendiamo, non solo insegnò a leggere i «caratteri matematici» della natura, non solo comprese la legge di gravità, dimostrò l’eliocentrismo e scoprì i satelliti di Giove col cannocchiale che si era costruito da sé, ma anche dipinse, scrisse, pensò, suonò, inventò cose che prima di lui erano impensabili. Galileo Galilei aveva in sé molti colori, era un genio «policromo», e quasi nessun campo dello scibile umano gli fu alieno. Inoltre, era un noto guastafeste, che di sé diceva di essere «di cervello stravagante e vago di contrariare alle opinioni e dottrine comunemente ricevute anco dagli stessi professori delle arti», che tradotto in italiano corrente significa che aveva sempre voglia di smentire pubblicamente gli onorati maestri dell’ epoca, spesso con un certo scandalo.
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