Azione e persona: le radici della prassi

Azione e persona: le radici della prassi

È antica sfida per la riflessione filosofica confrontarsi con l'enigma dell'azione, problematico luogo di frontiera in cui s'incontrano il naturale e lo storico, l'individuale e il collettivo, l'interiore e l'esteriore. Dinanzi a questo paradossale Giano bifronte, anche i filosofi hanno percorso vie diverse, non di rado antitetiche. Ripartire oggi dall'azione significa intercettare un antico dilemma, attraverso il quale è possibile rintracciare in forme nuove, meno divaricate e più dialogiche, il volto e la responsabilità dell'essere personale. Il presente volume intende riprendere alcune domande fondamentali intorno a questo tema, affidando la riflessione a studiosi di livello internazionale, che aprono prospettive di notevole rilievo, in un intreccio di percorsi storiografici e proposte speculative: l'eredità del pensiero antico e moderno è posta a confronto con il dibattito epistemologico più recente, la ricerca di fondamenti ontologici ed etici si apre ai temi del diritto e della storia. In tale contesto, interrogarsi sulle radici personali della prassi rappresenta un antidoto contro ogni forma di semplificazione epistemologica e, nello stesso tempo, porta in primo piano l'anomalia della condizione umana, costantemente in bilico tra il peso mortificante del patire e il coraggio instancabile dell'agire. È proprio attraverso l'azione che la persona umana restituisce al mondo più di quanto riceve, affidando al coraggio dell'iniziativa e alla gratuità della speranza il compito di riqualificare un'antropologia sospesa tra fattuale e progettuale, tra finitezza e infinito.
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