Le fiabe non raccontano favole. Una difesa dell'esperienza. Nuova ediz.

Le fiabe non raccontano favole. Una difesa dell'esperienza. Nuova ediz.

Sebbene oggi siano comunemente considerate racconti per bambini, le fiabe per secoli sono state uno strumento per l'intrattenimento e la formazione degli adulti. Come più in generale la grande letteratura, esse danno forma e voce ad alcuni snodi fondamentali del vissuto umano. Lasciano quindi parlare l'esperienza più profonda, con tutti i suoi errori e terrori, con le sue angosce e paure, senza preoccuparsi di costruirvi attorno un universo perfetto quanto illusorio. Di ciò si parla nella suggestiva analisi e interpretazione che Silvano Petrosino qui propone di tre notissime fiabe: Cappuccetto Rosso, Biancaneve e Cenerentola. A ispirare la sua lettura è la convinzione che al fondo di queste tre fiabe, sotto una superficie apparentemente tranquilla e rappacificante, si agiti in verità la drammatica questione del diventare donna o, più precisamente, del viaggio per diventare donna, un processo per nulla scontato, dato che si accompagna sempre con la necessità di superare dei pericoli, sostenere delle prove, prendere delle decisioni. Si tratta di quella che Petrosino definisce la «legge della doppia nascita»: si viene alla vita senza deciderlo, ma non si diventa autentici uomini/donne senza deciderlo. Non si nasce uomo/donna, ma lo si diventa, e a tale scopo si deve rinascere alla piena umanità dopo essere nati una prima volta alla vita. Le vicende di Cappuccetto Rosso, Biancaneve e Cenerentola lo confermano con indubitabile certezza: il diventare donna non è mai una semplice passeggiata nei boschi.
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