In quale lingua devo morire
Il mito e l’orrore, la gioia e il dolore, ingegneri e operai, avvocati e mendicanti, emigranti, figli tolti e alberi morti, il diritto e l’ingiustizia. La ricerca di una nuova stazione, l’attesa di una nuova stagione. «[...] carne e pianta, sangue e foglia si muovono sulla pagina nel mentre di un processo metamorfico che è insieme progressivo e retrogrado, oltranza e seppellimento. Il racconto è vivido perché la lingua è denudata, spoglia dei significati logori, ancorché funzionali a una circolazione inequivoca dei messaggi, di cui si ammanta la lingua del quotidiano». (Eugenio Lucrezi)
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