Catholic Pride. La fede e l'orgoglio

Anche se oggi pare una colpa credere in Dio, cercare la verità ed essere eterosessuali, vale ancora la pena essere cattolici. E per svariati buoni motivi: i cattolici sanno rispondere alle domande "che contano" - sul senso della vita, sul perché del dolore e della morte; sanno amare di più l'uomo nel nome di Gesù, Dio-fatto-Uomo; hanno fede, ma sanno usare la ragione con più equilibrio di tanti razionalisti e liberi pensatori; sanno affrontare la vita quotidiana - dal lavoro, alla famiglia, alla politica - con passione e libertà."Lo dichiariamo subito: siamo cattolici e orgogliosi di esserlo. È vero che questi sentimenti non vanno tanto di moda, specialmente tra coloro che amano dire di avere, sì, la Chiesa per madre, ma il mondo moderno per padre. Ormai si preferisce la ricerca di ciò che unisce e non di ciò che divide. Ci si sente tanto buoni quando si rumina questo concetto, che, per inciso, è stato coniato dai massoni. Peccato che, a forza di lasciar perdere ciò che divide, si finisca per mettere in un angolo Gesù Cristo: che non è proprio un dettaglio. È così che, grazie al lavorìo di tanti cattolici, e non dei soliti anticristiani, sono stati demoliti pilastri come la teologia tomista, la metafisica, la mistica, la liturgia, la morale, la "Verità". Negli ultimi quarant'anni si è detto di voler fare pulizia dentro alla barca di Pietro, come se la Chiesa fosse una qualsiasi organizzazione umanitaria votata all'assistenza sociale. Ma, con l'acqua sporca, si è buttato via anche il Bambino: quello nato a Betlemme due millenni fa. E qualcuno pensa ancora che non ci fosse il bisogno di un "Catholic Pride"?". (Alessandro Gnocchi Mario Palmaro)