Sebben che siamo donne...
"Sebben che siamo donne paura non abbiamo...!" cantava ogni mattina, appena alzata, una delle amiche con cui dividevamo la casa delle nostre vacanze invernali, mescolando i figli bambini finché diventarono ragazzi. Cantava piegata in due a raccattare maglie e calzini, a legare scarponi o spazzando alacre la stanza. "Almeno non gorgheggiare!" le dicevamo per frenarla. "Canti la canzone di lotta delle mondine mentre lustri la vita degli altri!". Alzava la testa e sorrideva come per scusarsi dell'umile entusiasmo che la muoveva, ma gli occhi scintillavano d'intelligenza, di consapevole gioia. Il Sessantotto era ancora da venire e con quelle parole lei cantava la libertà duramente conquistata, la fierezza delle idee, la soddisfazione della ricerca a cui si dedicava nel tempo ritagliato fra il lavoro a scuola e le cure della famiglia, cantava infine il piacere di quei giorni di vita corale, di contatto, oltre il solito, con gli stessi figli sia pure al prezzo di continui minuti servigi.