Perché la Chiesa? Miglioramento di sé versus comunità di fede

Perché la Chiesa? Miglioramento di sé versus comunità di fede

La domanda di oggi non è più: l’uomo ha bisogno della religione? La domanda urgente suona invece: il credente, il cristiano, ha bisogno di una Chiesa? Non sarebbe forse preferibile un cristianesimo libero, senza istituzioni, per la diffusione del Vangelo? Il clero e le chiese non oscurano forse il messaggio di Cristo più che annunciarlo? Cosa perderemmo se non appartenessimo più a una Chiesa? Più ancora: quali sono stati i motivi originari del sorgere di una Chiesa come istituzione organizzata e quale senso dovrebbe avere essa oggi, nell’epoca della secolarizzazione? È possibile mettere in discussione il potere, il dominio e la divisione delle funzioni dentro la Chiesa? Con il suo nuovo lavoro il sociologo e filosofo Hans Joas – uno dei più grandi pensatori delle questioni al crocevia fra Chiesa, cristianesimo e società – si dedica a queste e altre domande brucianti, presentando le sue acute riflessioni. «Sullo sfondo di questo lavoro c’è un mio progetto a lungo termine: quello di trovare un’alternativa alla teoria della secolarizzazione. L’alternativa che propongo consiste in una storia globale dell’universalismo morale, cioè nella comprensione delle diverse fonti religiose e filosofiche di un éthos che si rivolge a tutta l’umanità».
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