Il timore grave nell'attuale legislazione canonica

Il timore grave nell'attuale legislazione canonica

L'actus humanus, che è sempre a fondamento dell'atto giuridico, si compone di un aspetto volitivo e di un aspetto cognitivo e solo la sussistenza di entrambi consente di ravvisare un atto libero. Tra i vizi del consenso la tradizione canonistica ha sempre ravvisato il metus gravis, inteso quale inflizione di una grave minaccia da parte di un soggetto agente nei confronti di un soggetto passivo, per liberarsi dalla quale questi si decide a fare qualcosa che non vorrebbe, ma che fa al solo scopo di evitare un grave danno. Un tale comportamento tenuto ex metu è da considerarsi volontario? O si tratta piuttosto di un atto posto invalidamente? In altre parole: quale rilevanza giuridica può avere un comportamento tenuto in presenza di tali minacce? Inoltre: tale vizio del consenso è di diritto naturale o è più semplicemente riconducibile ad un disposto di diritto ecclesiastico?
Al momento non disponibile, ordinabile in 3 settimane circa

Dettagli Libro

Libri che ti potrebbero interessare

Il Concilio Vaticano II e la missione. Eredità e sfide 40 anni dopo
Il Concilio Vaticano II e la missione. E...

Genovese Armando, D'Auria Andrea, Deiana Giovanni
I delitti contro il sacramento dell'Eucaristia riservati alla Congregazione per la Dottrina della Fede
I delitti contro il sacramento dell'Euca...

Frank Elias, Astigueta Damián G., Cito Davide, D'Auria Andrea
Ius missionale. Annuario della Facoltà di diritto canonico (2014)
Ius missionale. Annuario della Facoltà ...

Andrea D'Auria, Giacomo Incitti, Elias Frank