Capodistria addio. Lettere di un'esule

Capodistria addio. Lettere di un'esule

Undici anni di storia scorrono nelle lettere di Lina Derin alle sorelle. La corrispondenza inizia nel marzo 1945, con l'arrivo degli sfollati di Pola a Capodistria e si conclude nel gennaio 1956 a Trieste ed è testimonianza della pulizia etnica operata da Tito narrata da una donna che si batte con coraggio senza mai considerarsi un'eroina. La storia scorre in una realtà resa ancora più cruda dall'assoluta normalità dei gesti: spolverare, battere i materassi, uccidere il gallo per il pranzo in onore della zia che compie 78 anni. E di giorno e di notte, senza interruzione, gli aerei che tagliano il cielo. Rastrellamenti. Il pane bianco scarseggia, manca del tutto. Trieste occupata dalle forze jugoslave, ma non si sa altro di Trieste, né del resto d'Italia né del resto del mondo. Il Fascio si è sciolto. Mussolini non è più. Il pane nero scarseggia, manca del tutto. Uomini, ragazzi portati via con la forza. Molti non torneranno più.
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