Ricordi e riflessioni di un sessantottino di destra dagli anni di Trento a Josè Maria Escrivà

Ricordi e riflessioni di un sessantottino di destra dagli anni di Trento a Josè Maria Escrivà

In questo libro di memorie personali l'autore ci offre una originalissima interpretazione del fatidico 1968. Egli appartiene infatti alla generazione dei ventenni di allora, iscrittosi proprio quell'anno alla celeberrima Facoltà di Sociologia di Trento forse il principale centro della protesta giovanile in Italia, paragonabile alle Università di Nanterre in Francia e di Berkeley negli Stati Uniti. A differenza della maggior parte dei suoi colleghi, tuttavia, il suo cuore batte a destra, sia per scelta personale che per tradizioni familiari. Nel presente volume, ben più che nei lavori ispirati al pensiero di chi affronta l'argomento dal versante opposto, emergono le contraddizioni, i tormenti, le speranze dei giovani nati nell'immediato dopoguerra, sospesi fra la nostalgia del passato e l'aspettativa di un futuro ricco di promesse esaltanti,di cui già a partire dal 1965-66 avvertono il prossimo tradimento. In definitiva, sia la difesa ad oltranza della tradizione che la palingenesi rivoluzionaria, appaiono due modi diversi, ma non necessariamente incompatibili, di affermare il proprio esserci, da parte di una generazione che ha visto, giorno dopo giorno, sparire nel nulla le proprie illusioni di un mondo migliore.
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