Esodo. La rivoluzione del mondo antico

Esodo. La rivoluzione del mondo antico

Fra le grandi narrazioni che hanno accom­pagnato la storia dell’uomo, quella del­l’Esodo dall’Egitto è senza dubbio una del­le più dense di significato, e il testo biblico che l’ha tramandata fino a noi ne è la vivi­da testimonianza letteraria. La potenza e­vocativa delle descrizioni – dalle dieci pia­ghe d’Egitto al prodigio del Mare dei giun­chi – rischia tuttavia di lasciare in ombra gli sviluppi sotterranei del mito. In questo sag­gio Jan Assmann, con profondità e vastità di sguardo, interroga il libro dell’Esodo dal punto di vista dell’«egittologo che opera nel campo delle scienze culturali», risalen­do alle origini dei suoi nuclei mitici e inda­gandone gli effetti e i riverberi nel tem­po. Sarà così possibile vedere da una nuova prospettiva la cruciale rivelazione nel rove­to ardente, allorché Yahweh manifesta la propria volontà e stabilisce un patto con il popolo eletto: «Con l’idea del patto viene al mondo la “fede”, che rappresenta l’au­tentica, rivoluzionaria novità del monotei­smo biblico, sia esso veterotestamentario, neotestamentario o islamico». Nell’Anti­co Testamento, infatti, «“fede” ha lo stesso significato di “fedeltà”, ovvero fiducia nel patto». E il «monoteismo della fedeltà» porterà a una nuova idea di religione, in grado di gettare «le basi per un rapporto totalmente nuovo con il mondo, con Dio e con il tempo» – un rapporto destinato a perdurare fino alla modernità.
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