La stagione degli amori perduti

La stagione degli amori perduti

La vita di Calcedonio Bonfanti, barone di Linera, è sempre stata tranquilla, quieta, scandita dal ritmo lento e dal languore tipici della campagna. Il giorno in cui Garibaldi mette piede in Sicilia, però, tutto cambia per lui. Come per gioco si unisce alle truppe del generale, con l'entusiasmo e la partecipazione di un giovane di circa vent'anni annoiato e desideroso di sperimentare la vita. Ma, giunti sull'Aspromonte, Garibaldi e i suoi vengono sbaragliati dai soldati piemontesi e il nobile siciliano è costretto a fuggire e a rifugiarsi a San Giovanni in Fiore, presso dei parenti. Dovrebbe fermarsi solo per qualche giorno per far perdere le tracce al nemico e rimettersi in forze e poi tornare a casa, ad Acireale. Dagli zii, però, non trova solo di che riprendersi, conosce anche Fortunata, sua cugina, gli occhi scuri a mandorla, il sorriso aperto, la mente svelta, pronta a ribattere a ogni sua frase. Per la prima volta in vita sua desidera il matrimonio più degli sporadici incontri con qualche avvenente fanciulla di passaggio. Ma un destino triste lo attende: Fortunata è già stata promessa a un altro, e la parola data non può essere rimangiata. I due innamorati sono costretti ad allontanarsi per rivedersi solo anni dopo, più vecchi, infelici, con il rimpianto di non aver sfidato la tradizione ad appesantire il cuore. I tempi, però, stanno cambiando e forse anche per loro è prevista una seconda possibilità.
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