Punta Mala

Punta Mala

Sardegna, 1959. Villalta è un piccolo villaggio di pastori e mezzadri dove non accade mai niente. Il sole ferisce gli occhi e appesantisce le membra, la polvere e la terra riempiono il naso, i campi sterminati impediscono di pensare al mondo di fuori. Eppure accade, un giorno, che tre colpi di fucile pongano fine alla vita di Badore Reu, l'uomo più ricco e potente del paese, e del povero Vineddu Manai, suo fedele tuttofare. Il primo a raggiungere Punta Mala, la desolata zona del crimine, è il maresciallo Deledda, quarantenne buono di carattere e coraggioso, fumatore smodato alto e grosso quanto una montagna, timido e insicuro con le donne. Da buon sardo, riconosce all'istante la situazione: è appena stata consumata una faida, un freddo regolamento di conti che ha a che fare con l'onore e con il sangue. Per sbrogliare il caso viene chiamato persino un giovane e abile tenente dal "continente" con tanto di rinforzi. Ma il vero nemico, a Villalta, è il silenzio dei paesani. Nessuno ha visto, nessuno ha sentito. Ci sono soltanto sole, polvere e campi sterminati, a Villalta. E due cadaveri che non possono parlare. Nient'altro.
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