Contro la cultura. Esseri e universi ben invisibili
Alcuni aspetti della cultura occidentale, ben invisibili sotto i nostri occhi, sono il continuo fluire che non diviene della vita intima dell'individuo, l'apparenza di una società dinamica che invece rimane immobile, l'incessante ricomporsi del mondo mentre mima una decomposizione, un illusorio arretrare che non si arrende. Il saggio si addentra nel congegno che muove tutto e non si mostra, nell'apparato che non si fa interrogare, anzi, che non deve essere interrogato perché finge di fare come la rosa del distico di Angelus Silesius: "è senza perché; fiorisce perché fiorisce, a se stessa non bada, che tu la guardi non chiede". La cultura dichiara ricattatoriamente che il mondo non può essere diverso da quello che è. Senza il passato il presente cadrebbe nel silenzio e il futuro prenderebbe la scorciatoia del buio assoluto. Nel suo essere, la natura della cultura permette il ripetersi di consuetudini e modelli non pericolosi per gli assetti sociali. Il continuo peregrinare del passato verso il presente, e viceversa, si candida come futuro, sfida il corso delle cose e si ripropone come fatto iniziale, con la riproduzione apocrifa di una tradizione, con illusori sovvertimenti estetici privi di ogni elemento capace di rinnovamento e cambiamento concreto della vita sociale e individuale. Nell'apparente variabilità, la cultura, intesa come civiltà, nasconde il perpetuo processo di restaurazione delle convenzioni.
Al momento non disponibile, ordinabile in 3 settimane circa