La disintegrazione del semiotico. Saggio sulla dissociazione neurologica

La disintegrazione del semiotico. Saggio sulla dissociazione neurologica

L'analisi dei disturbi neurologici del linguaggio, della visione, della prassia, conosciuti con il nome di afasia, agnosia, aprassia e spesso connessi a patologie della memoria, ha costituito un importante banco di prova per le teorie del cervello e della mente che si sono susseguite dal localizionismo e dall'associazionismo fino alla teoria della Gestalt, prima dell'irrompere con il cognitivismo dei modelli computazionali, connessionistici e cibernetici in seguito quasi accantonati dallo sviluppo delle neuroscienze e dei modelli biologici. Quale ultima propaggine del sistema nervoso il cervello, strutturalmente diviso in due emisferi a loro volta settorialmente parcellizzati, può dirsi un'unità olistica solo grazie alla fitta e intricata trama di associazioni neuronali che fungono da collegamento. Ma questa trama, tanto complessa quanto fragile, come si sviluppa a livello embriologico e post-natale così può essere incompiuta o può sfaldarsi rivelando il suo rovescio speculare e regressivo nella destrutturazione della Gestalt e nella dissociazione dei nessi connettivi. In questo senso la dissociazione neurologica, pur non apparendo la mente in tutto riducibile al cervello, predispone il terreno alla dissociazione psicopatologica con cui rivela insospettate "simmetrie" nei suoi effetti patogeni: il cervello diviso e settorializzato si riflette allora nella mente divisa e moltiplicata di cui prendono possesso l'Ombra, il Doppio, le voci allucinatorie, la narrazione delirante e psicotica, nel riemergere dell'automatismo inconscio e sonnambulico della mente che dall'arcaico ascolto delle voci degli dèi diviene fattore predisponente la suggestione ipnotica delle masse.
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