Lo sfruttamento nel piatto. Quello che tutti dovremmo sapere per un consumo consapevole

Lo sfruttamento nel piatto. Quello che tutti dovremmo sapere per un consumo consapevole

Quando andiamo a fare la spesa vogliamo essere sicuri che la frutta e la verdura che acquistiamo siano sane e costino il meno possibile. Ma ci siamo mai chiesti come è possibile che le arance o l’uva che portiamo in tavola possono essere vendute a prezzi così ribassati? Questo libro-inchiesta dà conto di una delle pagine più vergognose dell’Italia di oggi, svelando come dietro quel che mangiamo si celano storie feroci di sfruttamento. Al supermercato siamo contenti di trovare in offerta passate di pomodoro a 40 centesimi e arance ‘sottocosto’. Spesso le compriamo, soddisfatti del risparmio ottenuto; poi ce ne torniamo a casa, dove qualche volta ci capita di indignarci ascoltando in TV notizie spaventose sui lavoratori delle campagne, schiavizzati dal caporalato. C’è un filo comune che lega quelle notizie ai nostri comportamenti d’acquisto. Questo libro indaga la filiera di alcuni prodotti agricoli ad alto rischio, dalle arance ai pomodori, all’uva. Andando a ritroso dal supermarket ai centri di distribuzione, via via fino alle serre e ai campi, scopriamo che la brutalità del lavoro schiavile e la ‘modernità’ della globalizzazione convivono senza scontrarsi. E che l’economia globale porta i contadini di Rosarno a competere con quelli brasiliani; i pugliesi con i cinesi; i piemontesi con gli spagnoli. I ghetti, in questa ricostruzione, sono ‘soltanto’ la parte visibile del problema. Diffusi dal Piemonte alla Sicilia, raccontano storie di braccianti bruciati vivi negli incendi, morti negli incidenti stradali tornando dai campi. Parlano di donne rumene vittime di abusi sessuali e di raccoglitori accampati al freddo sotto le Alpi. Se i ghetti sono l’effetto, la causa è una filiera dominata dagli intermediari e sovrastata da oligopoli capaci di imporre non solo i prezzi, ma anche il colore della frutta e il gusto del consumatore. Attraverso i sei capitoli del libro, il lettore sarà accompagnato in un lungo viaggio: dagli agrumeti di Rosarno alle industrie di succo d’arancia tra Messina e Catania, dai supermercati del milanese ai campi di pomodori di Foggia e Ragusa, fino alle centrali logistiche padane. Infine, scopriremo i frutteti di Saluzzo e i vigneti del Chianti, dove lo sfruttamento si annida persino nelle aree più ricche, a causa di un sistema che porta comunque a comprimere il costo del lavoro. Il libro si chiude con una domanda cruciale: se non voglio essere ‘complice’ di un sistema ingiusto e se i supermercati non mi offrono sufficienti garanzie sull’eticità dei prodotti, allora dove faccio la spesa? Le alternative, per fortuna, iniziano a diffondersi: dagli orti urbani a una più diffusa responsabilità sociale d’impresa, dai Gruppi di Acquisto Solidale ai ‘bollini etici’ per le aziende che certificano la trasparenza della filiera.
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