Dal salotto al Palazzo. Storia del potere televisivo in Italia 1974-1994
All’alba degli anni Ottanta qualcosa di profondo cambiò l’Italia. Dalla galassia delle televisioni private emersero quattro network che avrebbero ridisegnato il panorama sociale, politico e culturale del Paese: quelli legati a Rizzoli, Rusconi, Mondadori e Berlusconi. Non fu un’espansione casuale. Dietro la spinta alla creazione di queste reti nazionali c’erano esigenze precise: l’interesse dei pubblicitari a raggiungere un mercato più vasto, la necessità degli editori di ammortizzare i costi dei programmi acquistati all’estero e, soprattutto, l’ambizione di esercitare una nuova forma di potere. L’avvento di nuovi generi televisivi e una fruizione sempre più intensa del mezzo diedero il via a una trasformazione profonda nel costume italiano. Si trattò di una seconda americanizzazione, più sottile e interiorizzata rispetto a quella del dopoguerra. E mentre i partiti politici permettevano al sistema televisivo privato di crescere senza una legge che lo regolamentasse, accadde l’inevitabile: il peso del potere economico sopravanzò definitivamente le capacità decisionali della politica, con effetti di lungo periodo che avrebbero plasmato l’Italia che conosciamo oggi.
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