Scrivere a destra. Vite narrate e vite perdute nel ventennio nero

Scrivere a destra. Vite narrate e vite perdute nel ventennio nero

Vite vendute? Prigionieri di un sogno? Certo non è un'improvvisa cecità, oppure un bieco opportunismo, a giustificare l'adesione al fascismo di gran parte del nostro ceto intellettuale, e in particolare dei numerosi scrittori di cui questo libro si occupa, alcuni ben noti e altri invece da sottrarre all'oblio o alla condanna, alcuni testardi nell'inseguire fino alla fine (e talvolta alla morte) l'illusione della "rivoluzione" fascista e altri invece disposti ad affrontare il trauma del ripensamento, della ricerca di nuovi approdi. Da questa galleria di ritratti, da questo regesto di opere, emergono la necessità di difendere una "coscienza divisa", salda nel confronto fra idealità e valori incompatibili, e al tempo stesso l'attenzione doverosa e partecipe per opere letterarie di rilievo scritte "dall'altra parte" e per vicende umane tristemente segnate dalla disdetta. Antonio Di Grado racconta la letteratura di destra, i suoi astratti furori e le illusioni perdute.
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