La fortunata mattina di un venditore di libri senza padre

Milano è una città che da tempo accampa i suoi diritti a essere protagonista di un romanzo giallo o magari, per maggiore esattezza e pertinenza, nero o magari, sempre per la stessa ragione, qualcosa dipiù. È da tempo che la vita si è fatta a Milano accidentata e improbabile, sconvolgente per pericolosità e ritmo.Ebbene, questo primo romanzo di Carlo Brera è proprio sconvolto dall’essere ambientato a Milano, e nella Milano dei nostri giorni che non è più, anzi è di più della Milano di Tirar mattina di Simonetta o di Milano, calibro 9 di Scerbanenco.Ma Brera nello sconvolgimento inevitabile non perde il buon umore. Una grinta di buon umore per cui il suo Sprizz il balordo passa di prova in prova con la sventatezza quasi professionale di un equilibrista o di uno stuntman. E sì che, intorno e persino tra i piedi, gliene capitano di tutti i colori del nero. Bande che lottano per il predominio, capi palesi e occulti intenti a tramare congiure odiose, duelli e risse in cui la vita umana non conta nulla, stragi addirittura e via vai con l’aldilà che rischiano di diventare permanenti, trasferimenti definitivi. Ma ci vuole altro per fermare Sprizz, sino all’ultima scoperta: il colpo di scena dei colpi di scena.Brera non batte ciglio, non arretra neppure davanti all’Agnizione! Candidamente, allegramente, ferocemente l’azzanna. Così quella impara.Oreste Del Buono