Il codice del corpo. Genere e sessualità nella letteratura italiana del Novecento

Il codice del corpo. Genere e sessualità nella letteratura italiana del Novecento

La letteratura, soprattutto narrativa, racconta il mondo, i fatti, le avventure, e lo fa attraverso i personaggi, i loro comportamenti, il loro corpo. L'identità del personaggio si costruisce durante la lettura, è un processo in movimento. In quel lungo periodo storico che chiamiamo modernità, gli autori riescono spesso a mandare in crisi gli stereotipi di identità del personaggio e di riflesso anche quelli del lettore. Si apre uno spazio di transizione intermedio, di manipolazione dei generi, di turbolenza della sessualità. Questo spazio, che oggi molte correnti critiche cercano di portare a sistema, è forse la presenza più interessante che possiamo identificare nel gioco letterario. E uno spazio di passioni, di ricerche, di identificazioni incerte. A volte nasce dalla proiezione del maschile sul femminile, o viceversa. A volte si rifiuta sia al maschile che al femminile, si espone nel suo essere "altro". E ci impone di cominciare a pensare da questo "altro", superando le distinzioni e le differenze consolidate. Cosa hanno in comune una contessa libertina di inizio secolo, un ragazzo volitivo e conturbante che vive a Trieste la sua iniziazione sessuale, un giovane ribelle degli anni Sessanta, un uomo che si scopre diviso in due, un professore che incappa nei meccanismi della società dello spettacolo? Ogni opera qui analizzata manda in crisi un codice, letterario e identitario. Tutte insieme narrano una trasformazione che è solo agli inizi.
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