Tutte le cose

Tutte le cose

Mossa dalla nostalgia, Nadia rievoca la Bagnarola di cinquant'anni fa, convocando sulla scena persone e cose. Scrive l'autrice nella pagina introduttiva: "...i ricordi di allora sono ancora nitidi nella mia mente. La visione della mia borgata mi fa ricordare le cose che c'erano e coloro che vi abitavano. La strada, che attraversava la borgata dividendola in due parti, aveva ai lati grossi platani che la ombreggiavano. Le piccole abitazioni erano unite l'una all'altra: non c'erano spazi liberi, non c'erano confini e nemmeno muretti che le dividevano. Sembravano proprio tutte uguali, tanto da confondere chi non era del borgo. Basse e strette, con minuscole porte a vetri per dare luce ai piccoli spazi". In questo orizzonte, un intero villaggio riprende vita e torna a parlarci, offrendoci uno spaccato della Romagna di allora sotto la specie di un borgo tra la pianura e il mare.
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