Occhio magico

Occhio magico

Il quarantenne Liborio, figlio unico, vive con gli anziani genitori. Con loro condivide una vita abitudinaria e immersa in un torpore irreversibile. Saltuariamente lavora con lo zio Armando, pur non coltivando grandi aspirazioni. Ad un tratto, però, quando i suoi giorni sembrano ormai consacrati allo stallo, al protagonista si offre la duplice possibilità di migliorare la propria vita, dal punto di vista sentimentale e professionale: un amore vero, un lavoro vero. Riuscirà Liborio a costruirsi un'esistenza autentica, a essere artefice di scelte, cambiamenti, azioni? E, rifletta il lettore, quanto di quella realtà monocorde, di quel senso di inadeguatezza e impotenza scandagliato così a fondo dall'occhio magico del personaggio, si riflette anche nella nostra vita? Per dirla con il Beckett di Aspettando Godot: "Non accade nulla, nessuno arriva, nessuno se ne va, è terribile!".
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