Il garzone di maratona

Il garzone di maratona

A meno di un anno dai Giochi di Parigi 2024, la maratona resta più che mai al centro del programma a cinque cerchi, una “presenza” ravvivata dalla sfida tra i grandi atleti moderni per abbattere il muro delle due ore, sfiorato dal recente primato del mondo del keniota Kiptum che ha fermato i cronometri sulle 2 ore e 35 secondi. Ma sono ancora due i nomi che fanno della corsa lunga la gara “più olimpica” che vi sia. Due eroi, uno legato agli anni in cui i Giochi Olimpici presero forma, nell’antica Grecia, uno proveniente invece dai tempi moderni, seppure appartenenti agli inizi del secolo scorso. Fidippide e Dorando Pietri. L’oplita Fidippide è il milite addestrato per essere un emerodromo, non per usare le braccia, le mani e la spada per uccidere, ma fiato e cuore e gambe per correre. Fu lui a portare ad Atene la notizia della vittoria dei greci sui persiani a Maratona. Dorando Pietri, di professione garzone, era di Carpi. Correva per il piacere di farlo, ma presto tutti si accorsero di lui. La sua prova a Londra, nei Giochi del 1908,commosse il mondo. Giunse stremato al traguardo, cadde, un giudice lo aiutò a rialzarsi. Venne squalificato.
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