Filosofia della bellezza. L'essenziale è visibile agli occhi

Filosofia della bellezza. L'essenziale è visibile agli occhi

È ancora possibile una filosofia della bellezza nell'epoca del «bello» artificiale, del selfie e dell'esposizione ostentata sui social media? Che posto e che ruolo ha la bellezza oggi in un mondo digitale, efficientista, ordinato secondo la dittatura delle emozioni immediate? L'autore indaga queste e altre domande fondamentali parlando del bello artistico anzitutto come negazione, ferita, promessa, attesa, nascondimento, indicibilità: il bello evoca infatti il silenzio, lo sguardo e l'ascolto. Una filosofia della bellezza oggi è dunque un tentativo di resistenza, un momento dialettico che apre varchi, spezza catene, genera alternative in quanto elemento di rottura e di rivolta. Essa si nutre della testimonianza viva di artisti come Pasolini, Manzoni, Burri, Boccioni, Morandi, Klee, Chagall, Modigliani, Magritte, Fontana, Rothko, Pollock e De Chirico... In quanto tensione infinita verso il possibile, una filosofia della bellezza si presenta pertanto come una filosofia della speranza, l'intrapresa di un viaggio pieno di mistero, l'incontro con un avvenimento imprevisto e imprevedibile. L'opera d'arte non è un rebus da decifrare, né il vestito simbolico di un'idea da svelare, ma possiede tutta la forza di un'esperienza vitale e la vita non si può interpretare, ma solo testimoniare.
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