Vado verso il Capo. 13.000 km attraverso l'Africa

Vado verso il Capo. 13.000 km attraverso l'Africa

Un giorno il direttore di un giornale disse a un suo inviato: "Mi piacerebbe raccontare ai nostri lettori il trsporto pubblico africano; te la sentiresti di farmi Algeri-Città del Capo in autobus?"L'inviato credeva di conoscere l'Africa, ma non gli era ancora successo di percorrerne le strade come uno dei suoi tanti abitanti disperati: appiedato, spesso senza soldi, con una sacca sulle spalle che contiene tutto il proprio mondo. Come attraversare il Sahara quando non si possiede un fuoristrada potente come un tank? E come affrontare le salite di fango rosso e scivoloso nel cuore della giungla su una bicicletta arrugginita? E ancora, come far fronte ai soprusi delle autorità quando non si hanno i soldi per corromperle? E' così, solo così che si scopre la vera Africa. Incontrando i derelitti e i ricchi trafficanti di diamanti, i profughi che vagano da mesi e hanno dimenticato da dove vengono, i poveri che si tolgono l'ultimo cibo di bocca per offrirlo, i maghi e i saltimbanchi, i ladri e i truffatori, i soldati corrotti e quelli onesti, le prostitute, i mercenari e i volontari, coloro che in questo continente disgraziato e magico hanno distrutto la propria vita, e coloro che si sono rifugiati nei suoi recessi più bui con la speranza di ricostruirla: gente che si crede possa esistere solo nei libri, e che, proprio per questo, meritava che gliene venisse dedicato uno.
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