Il diavolo custode

Il diavolo custode

Nella stanza dell'antico palazzo in cui il narratore di questa storia dorme, studia e sogna, accadono cose davvero straordinarie. Di notte, tra le pareti tremolanti, si apre spesso un lungo corridoio svanito nella nebbia, e di là entrano persone sconosciute e improbabili: sultani fuggiaschi, papi inseguiti da Martin Lutero, antichi e gloriosi sovrani vestiti da straccioni. Non chiedono permesso, si siedono impertinenti sul letto del nostro autore e a volte lo coprono persino, come fosse una calda coperta, con una folta e pidocchiosa barba. L'avventura narrata in queste pagine è cominciata la notte in cui dalla nebbia è sbucato l'essere più strano che sia dato vedere: una creatura coperta di stracci e paglie, con sulla testa un amplissimo cappello dalla tesa tutta bucata per vedere le stelle e orientarsi sulle piste himalaiane da cui ha affermato di provenire. Aveva, in effetti, una faccia da vecchio cinese, guizzante di rughe, e occhi sottili e sfuggenti. Ha detto di appartenere all'antichissimo popolo dei Lila Orrendi confinati da millenni all'ombra della Grande Muraglia, dopo essere stati scacciati dal Paradiso perché si erano schierati all'opposizione con Lucifero. Mentre parlava, è arrivato il suo bagaglio someggiato su un cammello battriano, quello vero a due gobbe, due bisacce di paglia rattoppate e puzzolenti. Svanendo, ha confessato di essere un angelo custode, un angelo ribelle inviato sulla terra per colpa della vita disordinata del nostro autore. In compagnia di quest'angelo o diavolo custode, veniamo condotti in queste pagine lungo secoli ed epoche trascorse e future. Un viaggio gotico su strade in cui passeggiano vecchi zii perennemente ubriachi, antichi amori, branchi di pantegane, cani che abbaiano felici, uomini di potere che sono come angeli spennati, demoni che propongono divine infamie.
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