Sincronicità. Un connubio tra materia e psiche

Sincronicità. Un connubio tra materia e psiche

Il nesso tra un'esperienza interiore e un evento esterno, un accadimento che a prima vista sembra una coincidenza, ma che esercita un impatto emotivo molto forte sulla persona che lo vive e che, trascendendo la casualità, si configura come un evento altamente significato: è il fenomeno che C.G. Jung ha definito come "sincronicità", e allo studio del quale ha dedicato anni di lavoro. Nonostante sia già entrata nelle teorie delle cosiddette scienze esatte, la sincronicità continua a scioccare la ragione, da sempre fedele ai suoi calcoli e alle sue misure. L'acausalità e la connessione tramite il senso, tanto care alla tradizione dell'Oriente, s'impongono sempre di più come "dati di fatto" necessari per comprendere la totalità del mondo anche in Occidente. Tanto caro ai greci Kairos, momento propizio con le sue traiettorie circolari, reclama i suoi diritti di fronte a Kronos, tempo lineare con le sue ore esatte. Il "nesso significativo" tra evento interiore ed evento esterno implica un collegamento tra i due mondi, uno psichico e l'altro fisico: Jung suggerì che queste due entità fossero in realtà aspetti diversi di un mondo unitario, chiamato unus mundus. La psicologia del profondo e la fisica quantistica, C.G. Jung e W. Pauli, I Ching e gli oracoli degli indiani Naskapi: ecco le visioni del mondo e i pionieri nei campi di ricerca enormi che F. David Peat fa confluire in questo libro al fine di continuare a indagare una dimensione in cui psiche e materia proclamano l'essenziale unità di tutta la natura.
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