Le sorti degli uomini nella «Camera delli pianeti et venti» della villa del Te. Due zodiaci di provincia

Le sorti degli uomini nella «Camera delli pianeti et venti» della villa del Te. Due zodiaci di provincia

Il terzo volume della collana Mantua Felix, dedicato alla vocazione per lo studio degli astri che da sempre ha contraddistinto il territorio mantovano, apre con una delle sale più suggestive di palazzo Te, con una composizione iconografica complessa e di alto livello realizzata, fra gli altri, da grandi artisti come Andrea Conti e Rinaldo Mantovano: la trama decorativa della volta è formata da losanghe esagonali, rettangolari e ottagoni, in cui vengono rappresentate le divinità olimpiche, i Mesi, gli stucchi dei segni zodiacali con i simulacri di Vesta e Vulcano; nelle vele sottostanti, stucchi dorati di mascheroni caricaturali dei Venti, elemento poetico che separa Terra e Cielo. Un capolavoro che rappresenta anche una sorta di compendio magico e scientifico, un ambiente che racchiude in pochi metri un complesso cielo astrologico, riassunti nei due emistichi di Giovenale incisi al di sopra di una delle porte: "Distat enim quae sydera te excipiant": "dipende infatti da quali stelle ti ricevano" (quando nasci). L'itinerario astrologico continua con due zodiaci presenti nella provincia mantovana, entrambi di recente riscoperta; si tratta del ciclo dei Mesi a Corte Bazza di Bigarello, databile alla fine del XVI sec. e il cui autore è tuttora ignoto, una rappresentazione di buona fattura e interessante anche da un punto di vista antropologico, poichè mostrano scene di vita ordinaria che dovettero appartenere alla diretta esperienza dell'artista.
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