Gian Maria Volonté. L'immagine e la memoria

Gian Maria Volonté. L'immagine e la memoria

Gian Maria Volonté è morto in Grecia, a Florina, una fredda mattina di dicembre di quattro anni fa, sul set del film "Lo sguardo di Ulisse" di Theo Anghelopoulos, durante la guerra in Bosnia. È morto in montagna con la guerra negli occhi, lui che per tutta la vita aveva perseguito attraverso i film, le regie teatrali, l'attività politica, le interviste e dichiarazioni, un'idea di giustizia e di tolleranza contro una cultura fondata sulla guerra, l'odio e la morte. Nelle parole di un'intervista rilasciata nel 1989: "Ma non è esatto dire che sullo schermo io racconto sempre la morte; mi sembra più esatto dire che i miei film [...] sono una sequenza ininterrotta contro la pena di morte e contro la cultura della morte". A quattro anni dalla sua scomparsa abbiamo scelto di ripercorrere i suoi film proprio come tasselli di una "autobiografia ideale" (rubiamo la definizione ad Emidio Greco), costruita nel tempo con rigorosa intelligenza e sensibilità [...] Questo libro, con il quale abbiamo voluto completare il nostro omaggio, si compone di un saggio biografico che percorre le tappe principali della carriera di Volonté nel cinema; dell'ultima (e inedita) intervista che Volonté ha rilasciato; di interviste ai cineasti che meglio e più a lungo hanno lavorato con lui; di un intervento critico che indaga i modi del suo lavoro d'attore (l'autore del saggio, Fabrizio Deriu, è anche autore del libro "Gian Maria Volonté. Il lavoro d'attore", a tutt'oggi l'unico dedicato all'attore scomparso e al quale dobbiamo molte informazioni preziose). (Dalla Presentazione)
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