Quando i rifiuti diventano arte. Trash rubbish mongo

Quando i rifiuti diventano arte. Trash rubbish mongo

Perché gli artisti hanno adoperato e adoperano i rifiuti? Rifiuti inglobati, fotografati, "trattati", enfatizzati, mimetizzati o "corretti", ma che pur sempre rifiuti sono, cioè oggetti da pattumiera e da discarica. Guardando i sacchi di Burri o i particolari dei cadaveri fotografati da Serrano può accadere di rammentare la voce di Cathy Berberian, capace di mescolare partiture colte e "pezzi" popolari; di riascoltare una composizione di Paolo Castaldi; di ripensare a certe sequenze cinematografiche di Abel Ferrara o a taluni collage vocali di Meredith Monk: accorgersi quindi che la cultura degli ultimi cento anni è gremita di recuperi, riusi e contaminazioni, di lacerti, frammenti, scarti, "rumori". Recuperare e conservare i rifiuti, cercare di trattenerli, di farli sopravvivere strappandoli al vuoto, al nulla, alla dissoluzione cui sono destinati, il voler lasciare un'orma, una traccia, un indizio per chi resta, tocca una dimensione psicologica che è anche politica.
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