Sentimenti sovversivi

Sentimenti sovversivi

A un certo punto il protagonista chiede a un amico come si chiama il vento che li avvolge in riva all'oceano. L'amico ci pensa un po' su, e risponde: "Vento". Con le sue quarantamila parole, questo romanzo trova quarantamila volte il nome giusto al vento che sta spazzando via tutto, qui da noi: è la bruttissima aria che tira oggi in Italia. Roberto Ferrucci la affronta armato delle sue inconfondibili frasi cristalline, raffinate, combattive. Romanzo d'esperienze, "Sentimenti sovversivi" rinuncia alle fantasticherie letterarie, si lascia invadere da "quest'epoca che ti raggiunge sempre, che ti snida ovunque": in Italia e in Francia, a Venezia e a Saint-Nazaire, sulla costa atlantica. Nonostante tutto, l'indignazione civile, la vergogna politica di essere italiani oggi non riescono a soffocare la delicatezza e la capacità di amare (Roberto Ferrucci fa l'amore con le cose descrivendole). E un libro spalancato in mille paesaggi, respirati a pieni polmoni, oppure inquadrati dalla immensa vetrata di un aeroporto e dal piccolo schermo di una webcam. E un romanzo pieno di vento, tempestoso e carezzevole.
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