Grand Hotel Riviera

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Greta, la protagonista di questo romanzo che segna una svolta nel percorso narrativo di Carla Cerati, trascorre l'estate in un luogo di mare cercando di coniugare vacanze e lavoro; ma non riesce più a tollerare la maleducazione, la volgarità, il chiasso di chi con il rumore cerca di riempire il proprio vuoto interiore. Poichè l'insofferenza la spinge a trascendere, decide di mettere un diaframma tra sè e gli altri, limitandosi a osservarli con una crudeltà venata di ironia. Vivere in totale isolamento è tuttavia difficile quanto adattarsi a un mondo in cui non ci si può riconoscere. "Greta", racconta l'autrice, "era arrivata lì come una naufraga rabbiosa , anni prima e qualche traccia di quella rabbia a volte tornava a galla; ma era come se in tutto quel tempo avesse cercato qualcuno da scegliere, da eleggere". Questo qualcuno si materializza in una bambina: Régine, piccola e indifesa, riesce a infrangere la barriera instaurando con lei un rapporto che soltanto una creatura nascente poteva inventare. Malgrado questo incontro la spinga a riaprirsi, Greta è continuamente combattuta tra il bisogno di dare e la paura di essere invasa. Ed è in questo conflitto(o contraddizione?), forse, il fascino maggiore del romanzo, oltre che nella straordinaria e mutevole personalità di Régine la quale, nel corso degli anni, si trasforma in un adolescente a volte estroversa, effervescente, altre chiusa, misteriosa, dotata di una naturale alterigia. Sorretto da una scrittura impeccabile, un libro originale e profondo ma condotto con levità e percorso da quel sottile senso dell'umorismo che in certe situazioni - sembra suggerirci l'autrice - può diventare un'utile lente attraverso cui scrutare la realtà contemporanea.
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