Animator

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Strana vita, quella di Sergej Barmin, e ancor più strana la sua professione. Rinnegato dalla figlia e abbandonato anche dalla giovane compagna Klara, trascorre le giornate solitarie in compagnia del suo dono sfolgorante e controverso, e dei suoi silenziosi pazienti. Poiché Barmin è un animator: il fattore umano, l'imponderabile misterioso in un processo altrimenti freddamente scientifico attuato nei laboratori di stato. Un artista in grado di estrarre da una salma l'impronta fisica della psiche, condensarla in una specie di fiala ed eternarla sotto forma di vapore baluginante. Ma solo a costo di annullarsi in uno sforzo immaginativo titanico, che lo porta a ricreare nella propria testa la vita passata del defunto fino al momento fatale. Ecco, Barmin si concentra... e nella sua mente i resti di un kamikaze che ha fatto saltare un autobus si ricompongono nelle fattezze di Salakh... e poi in Salakh stesso, un diciassettenne povero dei luoghi estremi dell'ex gigante sovietico con la testa piena di sogni e di volontà di riscatto; schiavetto in una sala da tè reclutato e adeguatamente sfruttato per farne un martire dell'islam. Del resto tutta Mosca è punteggiata da esplosioni, strana gente si aggira per la città. Ma Barmin, intento alle sue risurrezioni, non se ne cura più che tanto. Un'anamnesi dopo l'altra, un 'film' dopo l'altro... e nel prisma si accende una luce perfetta. Gli sfugge il filo sottile che collega tutti i casi, Salakh a un vecchio moscovita, un diseredato a un alto funzionario, un reduce a un militare corrotto... Ma tutti fanno parte di un disegno. Fuori imperversano l'odio e la follia, gli estremismi, le stragi e gli attentati a sfondo etnico e razziale. L'eredità di un passato con il quale non si vuole fare i conti ha già invaso la Russia e, dopo aver saturato la capitale, sta bussando a casa dell'animator. Che lo scoprirà troppo tardi, con Klara - ritornata - a un passo da lui, eppure imprendibile, tra decine di persone sotto il tiro di un commando armato...Amaro e fantastico, ispirato in parte ai tragici fatti del teatro "Dubrovka" di Mosca, un romanzo che unisce l'inventiva di Philip Dick all'ironia e alla sfrenata immaginazione di Michail Bulgakov.
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