Le due fonti della morale e della religione
Nella prefazione all'opera, Bergson scrive: "Il ricordo del frutto proibito è quello che c'è di più antico nella memoria di ciascuno di noi, come in quella dell'intera umanità . Noi ce ne accorgeremmo, se questo ricordo non fosse ricoperto da altri, ai quali preferiamo riportarci. Gioiosa sarebbe in realtà una vita senza divieti, diffusa nel mondo da un'intuizione mistica; gioiosa anche quella che portasse a una visione dell'aldilà in virtù di un'esperienza scientifica che assumerebbe allora i caratteri di una nuova religione. In mancanza di una riforma morale così completa bisognerà ricorrere a espedienti. Ma una decisione si impone".
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