Divina. Suzanne Lenglen, la più grande tennista del XX secolo

Divina. Suzanne Lenglen, la più grande tennista del XX secolo

Cosa avrà spinto Gianni Clerici a occuparsi di Suzanne Lenglen in modo insieme certosino e maniacale? Quale curiosità lo avrà portato ad Atene, a consultare giorni e giorni l'archivio dell'ultima partner della Divina, Diddie Vlasto, e a Providence, nel palazzo di Ann Kinsolving, celebre storica che della Lenglen fu press agent? O a Los Angeles, disperato - ma dobbiamo credergli? - di fronte a un elenco telefonico che menziona 276 Baldwin, il grande amore della tennista? Per non parlare delle decine di ottuagenari francesi e britannici, quasi tutti di grandi famiglie, spinti a frugare tra vecchie carte e albi ricordo, dai quali sono state selezionate le ottanta foto di questo paradossale diario... Pareva che, dopo "Tenez tennis", monologo andato in scena alla Biennale nel '95, "La diva del tennis", commedia presentata al Belli di Roma nel 2000, la sua curiosità fosse esaurita. Tra l'altro, dopo il successo di "500 anni di tennis", sorta di Bibbia tradotta in sei lingue e venduta in 125.000 copie, Clerici aveva giurato di scrivere soltanto fiction, allo scopo di "evitare intossicazione da tennis ". Per poi ricadere prontamente nel suo adorato vizio, con il romanzo "I gesti bianchi", trilogia a sfondo tennistico, quattro edizioni e successo anche in Francia. Se gli chiedete le ragioni del suo accanimento, Clerici risponde di aver voluto riparare a un'ingiustizia, storica e umana al tempo stesso. A spingerlo verso Suzanne sarebbero stati per primi i suoi compagni, i Moschettieri, Lacoste, Borotra e Cochet, alla presentazione di un libro sulle loro gesta. "E' a Suzanne che dobbiamo tutto. E' lei ad aver cominciato."
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