Bruce Chatwin

Bruce Chatwin

La morte per Aids ha interrotto la carriera in piena ascesa di colui che Salman Rushdie ha definito l'intelligenza più colta e brillante che avesse mai incontrato. Bruce Chatwin, ultimo nomade in un mondo sempre più ristretto, irruppe sulla scena letteraria nel 1977 con il suo primo succeso. In Patagonia, che cambiò radicalmente la concezione del racconto di viaggi. I libri che seguirono, da Il Viceré di Ouidah a Utz, confermarono la sua statura di scrittore capace di reinventarsi continuamente come cantastorie dei generi più svariati. Ma quanti dei lettori che avrebbero desiderato viaggiare con lui attraverso il Sudamerica o l'Africa o l'Australia possono dire di conoscere realmente chi sia Chatwin, con il suo orrore del domicilio, la sua inquieta erranza, la sua disperata volontà di vivere?Perchè, nella sua breve agitata esistenza, egli incarnò tante figure, dal giornalista all'esploratore, dall'archeologo ed esperto d'arte allo scrittore. Sposato da ventitré anni, conduceva un'intensa vita omosessuale; socialista, amava frequentare la gente ricca e famosa; simpatico e socievole, era soprattutto un solitario che amava esplorare i limiti della sua estrema solitudine; ma soprattutto gli piacevano immensamente le storie da raccontare: sugli amici, sulla gente che incontrava nei suoi avventurosi viaggi, su se stesso. Nel 1991, Nicholas Shakespeare è stato autorizzato a consultare liberamente carte private, lettere e diari dello srittore. Attraverso cinque continenti ha raccolto informazioni da chi lo conobbe, gli fu vicino - dalla famiglia agli amici - e da chi lo ospitò e da chi lo detestava; infine dai suoi amanti. Cercando Chatwin dietro la maschera, Shakespeare ha scritto la biografia definitiva di una delle figure più carismatiche, inquietanti e affascinanti del nostro tempo.
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