Furore. Elaborazione di un'emozione nella seconda metà del Cinquecento

Furore. Elaborazione di un'emozione nella seconda metà del Cinquecento

Nel 1576 Ciro Trissino venne ucciso a Cornedo (Vicenza) in modo efferato da un gruppo di sicari mascherati inviati dai parenti della prima moglie di suo padre, il famoso Giangiorgio. Queste pagine si soffermano sulla vendetta a lungo meditata da Marcantonio, il più giovane figlio di Ciro, che nel 1583 uccise sorprendentemente colui che tutta la città indicava come l'autore dell'omicidio del padre. Una vendetta realizzata nel segno del "furore", un'emozione razionalmente interiorizzata, che legittimava l'uso della violenza e il ricorso al sistema della vendetta, declinato tra la forza delle consuetudini e le ritualità processuali legittimate ad avvalorarle.
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