Giardiniere per diletto. Contributo a una cultura irregolare del giardinaggio

Giardiniere per diletto. Contributo a una cultura irregolare del giardinaggio

Il "giardiniere per diletto" (ma forse, in assonanza con "libero pensatore", bisognerebbe chiamarlo "libero giardiniere"), coltiva la passione per il giardino senza sottostare ai dettami della cultura mercificata, ostile al rinnovamento e repressiva rispetto alle istanze emergenti. Si interroga su quello che fa e intende fare evitando di accomodarsi sull'idea corrente, sulle risposte facili, da manuale; opera autonomamente, in opposizione agli schemi accademici e alle pressioni del mercato. In una parola, la figura operativa e creativa che emerge da queste pagine è quella di un innovatore: culturale, sociale e politico. Il libro si dispiega attraverso i vari paragrafi dedicati ai diversi fiori con passi particolarmente densi di riferimenti storici e letterari; si pensi, ad esempio, ai versi di Giovanni Pascoli, di Cole Porter, di Antonia Capria. La suggestione narrativa pervade l'intero discorso dell'autrice, che si lascia andare, a volte, a momenti evocativi e a dimensioni progettuali riguardo a situazioni e spazi dove giardini, fiori, paradigmi diversi "umanano", per così dire, la realtà. Questa diventa abitabile dall'uomo proprio attraverso tale processo di domesticazione. In epoca di grossolana utilizzazione aziendalistica della cultura e della bellezza, Lidia Zitara va consapevolmente in controtendenza.
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