In contemporanea. La critica d'arte

In contemporanea. La critica d'arte

Nella prefazione di "Contemporanea", si legge la preoccupazione che nel rapporto con l'arte "non bisogna più lottare per la libertà di espressione bisogna, invece, lottare per la libertà di percezione", nel senso che ormai sempre più la percezione viene "anticipata e neutralizzata da quell'azione mediatica" definita "industrializzazione dei modi della visione". In parole più semplici, sembra quasi ad ogni evento artistico il pubblico o il critico vada ad assistervi sapendo già quello che ne deve pensare. Ma è davvero così, o meglio, deve per forza essere così o il nostro "diritto" a vedere, analizzare e decidere che cosa pensare di una mostra o di una qualunque altra forma d'arte è comunque salvo? Fazìa si avventura nel complesso tema con questo libro suddiviso in tre grandi capitoli tematici, il primo "Paul Virilio o della percezione", il secondo "A. Bonito Oliva, F. Bonami o della descrizione", il terzo "Arthur Danto o della definizione", che ci accompagna nel gioco di "far tutto da soli" con l'opera d'arte, senza che qualcuno ci dica che cosa pensarne, come se "al cinema ci rivelassero, subito entrando, l'assassino e il finale di trama". Il libro nasce da questo, discute di questo e come tutti ilibri di Fazìa è complesso, non facile, pieno di pagine e di parole, con la copertina blu, le scritte bianche e la macchia rossa, marchio di fabbrica e garanzia di qualità.
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