Roma Hollywood Roma. Totò, ma non soltanto

Roma Hollywood Roma. Totò, ma non soltanto

Una giovane e avvenente ragazza romana agli inizi degli anni Cinquanta parte per Hollywood, dove l'aspettano amici e luoghi che sembrano tessuti dei sogni che i settimanali femminili dell'epoca indorano per un pubblico ancora ingenuo e povero. Ma Franca Faldini che povera non è, ingenua ancor meno, quel mondo del cinema l'ha avvicinato, nella sua variante nostrana, quella per esempio della figura un po' rodomontica e gigiona di Alessandro Blasetti, o di Fosco Giachetti, schivo e come desideroso di passare inosservato ma con indosso un casentino arancione corredato di pelliccia di lupo. Così come ha frequentato una via Veneto non ancora eviscerata da Fellini, il quadrilatero mondano dei caffè e dei locali notturni dove si ancorano i più estrosi personaggi del momento. Ecco i letterati: Cardarelli con il suo cappotto anche in piena estate, Ungaretti abbagliato come un barbagianni, Flaiano vago e caustico; o gli attori stranieri in trasferta, tra cui Orson Welles trentenne, già divorziato da Rita Hayworth e pronto a invaghirsi della giovane diciassettenne pettinata come Veronica Lake. Se l'incontro non si è risolto in una love story da cineromanzo, né con Welles né con altri conosciuti più tardi, il merito è di Franca, del suo sguardo disincantato e ironico, più maturo della sua età, in cui tutto è come riflesso e allontanato, quasi a indicare un'intangibile serenità di fronte ai superficiali bagliori di quella vita cartacea. Ed è con lo stesso piglio che l'autrice trascorre e racconta il soggiorno hollywoodiano, fitto di incontri mitici, di occasioni delusorie, di ilari sorprese. Sfilano davanti al lettore Jane Russell e Bob Hope, Marilyn Monroe e Rock Hudson, James Dean e Gary Cooper, Alan Ladd, bambolotto imbolsito e tarchiato, Errol Flynn, ubriaco di vodka fin dal primo mattino e, infine, tra molti altri, anche la coppia comica di allora, Dean Martin e Jerry Lewis, con cui lei interpreta l'unico film della sua carriera americana. Dopo due anni, la giovane attrice torna in Italia, conosce Totò e ne diventa la compagna. A questo punto il libro cambia tempo e ritmo, rispetto e amore predominano sul contorno sempre vivace dei caratteristi, da Anna Magnani a Pier Paolo Pasolini, da Roberto Rossellini a Ingrid Bergman, da Mario Castellani a Mario Mattoli, degente trascurato nella corsia di un ospedale romano. Le pagine che la Faldini dedica all'uomo con cui ha trascorso quindici anni indimenticabili portano il segno di una struggente tenerezza, nel ricordo di un personaggio che nella vita privata era l'opposto della sua immagine cinematografica. Totò e Antonio de Curtis: da una parte la maschera popolare, eversiva e caustica; dall'altra l'uomo in cui predominavano malinconia ed eleganza, umanità e dignità di persona. La Faldini narra con mano sicura episodi e momenti di un'esistenza divisa tra esigenze pubbliche e ansie di intimità, disegna un ritratto del celebre attore, inedito, affettuoso quanto sincero nello svelarne i limiti e le debolezze, perché come lei dice: "Non trasformo mai in santini coloro che non ci sono più, dato che in vita mi sono stati cari proprio per i loro pregi e difetti umani".
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