Medioevo

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"Il piacere nel Medioevo": pochi periodi sono più lontani dal nostro modo di recepire la realtà di quello medievale; ed è proprio per questo motivo, forse, che affascina non soltanto gli studiosi e gli specialisti, ma in genere tutti coloro che sono attirati da mentalità e sensibilità diverse. Studiare i piaceri di un'epoca così conflittuale per il dominio della religione che opponeva una serie di interdetti alla realizzazione di qualsiasi desiderio effimero, significa cercare di capire un universo chiuso, la cui permeabilità tuttavia, attraverso documenti e reperti, da alcuni anni ha potuto aprirsi a nuove prospettive. Alle condizioni di vita e alla struttura rigida della società, il Medioevo sovrapponeva l'azione e il peso della Chiesa, onnipresente nel regolare le attività umane, nel subordinare al volere divino ogni moto dell'animo, ogni più laico appagamento. Jean Verdon, con un brio e una leggerezza insoliti in un accademico, descrive i modi della sessualità, coniugale ed extraconiugale, di uomini non liberi, di solito in preda ai rimorsi o alla paura, ma anche capaci di affrontare o schivarne le conseguenze. Oltre a quelli sessuali, l'autore esamina altri generi di piacere, come quello per il vino (nei monasteri due litri al giorno a persona!), per le feste, per le attività fisiche e ludiche in genere, per l'audizione di canzoni o di musica, per la contemplazione di opere d'arte o di spettacoli. Lo studio dello storico francese, senza la pretesa di esaurire un argomento assai vasto, riesce a dare una visione generale dei temi trattati, proposti sempre con documenti significativi ed esempi efficaci, ma in particolare ha il dono di raccontare un modo di vivere che ha per noi il fascino dell'incredibile e della diversità. "La notte nel Medioevo": curiosamente questo saggio, che parla del Medioevo, introduce il suo argomento ricordando un episodio drammatico di pochi anni fa, quando la città di New York rimase per molte ore al buio a causa di un guasto alla centrale elettrica: improvvisamente treni, metropolitane, ascensori si fermarono, imprigionando la gente e terrorizzandola. L'episodio serve da apologo a Jean Verdon per rimarcare una sostanziale diversità tra la società contemporanea e quella medievale: un universo lontano e misterioso, affascinante e incompreso, che gli storici da tempo indagano per temi e luoghi topici. L'autore, che ha già trattato i piaceri nel Medioevo, ora affronta un altro aspetto, altrettanto basilare: la notte. Come vive l'oscurità totale dal tramonto del sole all'alba l'uomo medievale? Una notte che crede popolata di mostri, di streghe, ma è anche animata di furti e di violenza. Verdon descrive con ricchezza di aneddoti e di storie tanto i lati drammatici quanto i risvolti piacevoli, come le feste che a volte si protraevano fino al sorgere del giorno, i riti della camera da letto o, ancora, le funzioni e le regole monastiche, con le cerimonie notturne cariche di intensa spiritualità. "Il viaggio nel medioevo": a parte i pellegrinaggi religiosi o le Crociate, nell'immaginario comune il Medioevo è sempre stato visto come un lungo periodo d'immobilità, chiuso in sé e lontano tanto dallo spirito d'avventura dell'odissea omerica o quello più storico dei Fenici, quanto dalla sete di scoperte del Rinascimento, con i suoi grandi esploratori. Nulla di più riduttivo. Malgrado la paura, il brigantaggio, le difficoltà di ogni genere, gli uomini di quel tempo, per noi affascinante e arcano, si muovevano moltissimo. L'autore, che precedentemente ha illustrato il variegato mondo del piacere e della notte nel Medioevo, qui prende in esame il viaggio: le sue modalità e gli ardui percorsi, sia per terra che per mare; i mezzi di trasporto più diffusi, dal cavallo ai carri, ai battelli; poi gli ambienti, le foreste ostili e impenetrabili, i luoghi di sosta dove i viaggiatori alloggiavano e i modi di pagamento; infine, le conoscenze geografiche che la gente d'allora possedeva. La seconda parte del testo ci descrive le ragioni, diplomatiche, militari o religiose, degli "spostamenti" dell'epoca e i suoi protagonisti: dai grandi sovrani ai diplomatici, dai corrieri postali ai soldati, dai religiosi dei pellegrinaggi e delle Crociate ai clerici vaganti, dai mercanti agli artigiani. Così, tra chi viaggiava per piacere come i clerici vaganti, quasi turisti ante litteram, o chi lo faceva per necessità, come contadini e paesani in fuga da nemici invasori, o poveri in cerca di fortuna altrove, i secoli medievali sono tutt'altro che un tempo immobile, nonostante gran parte della popolazione per tutta la vita restasse confinata nei chiusi orizzonti di un borgo legato al passare delle stagioni. Se il nostro Marco Polo o Ibn Battuta che visitano l'Asia e l'Africa nera sono i "cronisti" più illustri di questi difficoltosi itinerari, altri eroi, misconosciuti e audaci, camminano attraverso questi anni oscuri rischiarandoli di una luce in cui verità e immaginazione giocano ruoli ancora tutti da indagare. Indice: Il piacere nel Medioevo: Fare l'amore; La Chiesa e il rifiuto del piacere; Piacere in tutti i sensi; La notte nel Medioevo: Satana o l'orrida notte; L'uomo o la notte domata; Dio o la notte sublimata; Il viaggio nel Medioevo: Modalità; Mentalità; Immaginario.
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