Villeggiatura di Mussolini. Il confino da Bocchini a Berlusconi (La)

Villeggiatura di Mussolini. Il confino da Bocchini a Berlusconi (La)

Guardare al passato è spesso utile per capire da dove si viene e dove si vuole andare, per imparare dagli errori e percorrere passi più saldi e sicuri verso il futuro. Ma non si può trarre profitto dalla storia se questa viene manipolata e riscritta a seconda dei tempi e delle circostanze. Oppure se addirittura non è mai stata scritta. In quest'ottica, "La villeggiatura di Mussolini" si pone come il tentativo di scrivere una storia organica sul confino politico durante il fascismo e, nello stesso tempo, aspira a essere un'incisiva risposta ai recenti tentativi di rivalutare molti aspetti del regime mussoliniano, anche quelli più ignobili. L'unica cosa che, paradossalmente, si finisce per rivalutare è solo la perfida intelligenza di alcune menti fasciste, come quella di Arturo Bocchini, per esempio, capo della polizia del regime, ideatore, a fini propagandistici, dell'accostamento fra confino e villeggiatura, per alcuni ancora così ovvio e attuale. Nel libro, attraverso numerosi documenti e testimonianze, vengono ricostruite la genesi e lo sviluppo di questa forma di repressione del dissenso, ed emergono con evidenza tutte le persecuzioni morali, i piccoli sadismi quotidiani e le violenze fisiche e intellettuali, parti integranti della "villeggiatura" a cui furono costretti un gran numero di non allineati all'ordine mussoliniano: dai grandi protagonisti del Novecento italiano come Pertini, Gramsci, Nenni e Cesare Pavese, fino ai più umili fra contadini, operai e insegnanti. Gente di ogni estrazione sociale e politica, che seppe respingere ogni tentativo di umiliazione e di distruzione della personalità, in nome di un insano amore: quello per la libertà.
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