Galleria Ricci Oddi

Galleria Ricci Oddi

Storia della Galleria Ricci Oddi. Al centro della Galleria Ricci Oddi si pone la figura del suo fondatore, il collezionista piacentino Giuseppe Ricci Oddi (1868-1937) che - dopo gli studi di giurisprudenza presso le università di Roma e di Torino - rientrato nella sua città, trovò il proprio palazzo di via Poggiali in gran parte vuoto, dal momento che non ospitava più la sede locale della Banca d'Italia, trasferitasi nel 1895 in una costruzione più vasta e imponente. Per arredare le pareti spoglie, Ricci Oddi nel 1897 chiese dunque aiuto a un giovane scultore piacentino residente a Milano, Oreste Labò, grazie al quale acquistò "Pecore tosate" di Francesco Filippini e "Dopo Novara" di Gaetano Previati e l'anno seguente, presso lo studio di Filippo Carcano, "Strada al Mottarone", cui si aggiunse il bozzetto "Tramonto a Sottomarina", regalo del pittore. Iniziò così la collezione, inconsapevole ma già segnata da una sorta di destino, dal bisogno di guardare oltre i confini cittadini: non poteva infatti essere casuale il fatto che le opere venissero acquistate in un centro come Milano e non a Piacenza, dove pure operavano artisti di fama consolidata quali Francesco Ghittoni e Stefano Bruzzi, da poco rientrato in città, e altri di belle speranze come Pacifico Sidoli, allora in procinto di partire per l'avventura parigina. Seguirono però anni di disinteresse per l'arte, in cui Ricci Oddi - come ricorda egli stesso in un suo brogliaccio di note - "distratto dalle molteplici passioni sportive" dimenticò l'"appena iniziata raccolta", se di raccolta si poteva parlare. [...] (Dalla Premessa)
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